Dagli Artisti Uniti per la Calabria, Mad Simon: può essere questo il momento per soffiare via la cenere e rinascere?

Dopo aver ascoltato Christian Zuin, continua il nostro viaggio alla scoperta di “Per Rinascere” e delle meravigliose persone che si sono spese per il progetto “Artisti Uniti per la Calabria”.

E’ il turno di Simone Squillace, in arte Mad Simon, il rapper poeta che, da sempre, è stato portavoce di messaggi estremamente significativi per la nostra terra.

1) Come una grande squadra, tantissimi artisti uniti sotto la stessa bandiera. Raccontaci un pò com’è stato e che emozioni ti ha dato questo progetto.

“Artisti uniti per la Calabria” è stata una bella e ambiziosa sfida. Si è sempre cercato di trovare unione tra gli artisti della nostra bella regione, è sempre stata una mancanza che ci ha tenuto un passo indietro al resto d’Italia (a mio avviso), perché è la rete che crea sviluppo e creare sinergia tra chi lavora per alimentare le arti e approfondire la cultura è la base della crescita, e forse adesso un primo passo è stato fatto. Mi fa piacere che tutto questo sia nato da ragazzi giovani che hanno voglia di confrontarsi e salvaguardare il nostro territorio. Quando Krizoo e Klacat mi hanno contattato per questo progetto mi sono sentito onorato e non ho esitato ad aderire, spero che tanti altri musicisti, scrittori, pittori, ballerini, ecc. che mancano all’appello (e sono tanti ad aver fatto e a continuare a fare la storia della Calabria), sposino presto questa nuova realtà.

2) “Per Rinascere” più che una canzone è una poesia d’amore per la nostra terra, da figlio di questa terra, come hai vissuto quei tragici giorni di agosto?

Vivere lontano dalla mia Reggio mi ha reso impotente e ha alimentato qualche senso di colpa per essere andato via. Mi sono tenuto informato ogni giorno, sia tramite i canali di informazione, sia tramite diversi amici che vivono l’Aspromonte quotidianamente ed ho cercato di diffondere la notizia a gran voce, visto il disinteresse assodato di tante testate giornalistiche nazionali. Una volta arrivato in Calabria per le ferie, appena la situazione l’ha permesso, ho preso l’auto per toccare con mano tutto ciò che era successo e che stava continuando ad accadere. Ed è stato un duro colpo al cuore, per me che quei sentieri li ho battuti fin da bambino, per me che giravo con le cartine topografiche nello zaino di scuola, che la tenda l’ho piantata parecchie volte in quei boschi. Ho deciso di alzare la voce, come ho sempre fatto, e questa volta insieme a tanti.

3) Tante volte sei stato in prima linea, non solo come artista, a tutela di questa terra e dei diritti chi ci abita. Che messaggio vorresti lanciare, in questo momento, ai tuoi conterranei?

Non ci si rende mai conto di quanto siamo stati fortunati a nascere in Calabria ed essere calabresi. Te ne rendi conto quando te ne vai, perché quando ci vivi te ne dimentichi, e ti lamenti. È proprio questo il piccolo messaggio che vorrei dare: non dimenticate, non trascurate: il passato, la storia, l’arte, le lotte, le conquiste e le sconfitte, gli errori da non ripetere. I l far passare i giorni, le cose, i fatti: l’indifferenza è autodistruzione. Partire dalle basi, dalla conoscenza e dall’informazione come radici, per poi fiorire in coscienza ed azione. Può essere questo il momento per soffiare via la cenere e rinascere?

4) PerlAspromonte e gli Artisti Uniti per la Calabria sono solo all’inizio di un lungo percorso da fare insieme, da artista che sensazione ti regala “raccontare” la tua terra?

Spero che la musica faccia, e continui a fare, da eco ad iniziative importanti come questa e porti dei risultati concreti. In questo momento ambisco ad una sola sensazione: ritrovarci tutti insieme in mezzo all’Aspromonte, cantare il brano e poi ascoltare il silenzio della natura. Nessun elicottero, o sirene, fumo. Solo cielo terso ed il vento tra le fronde a regalarci un grande applauso.

5) Ogni artista ama il proprio lavoro e i suoi frutti ma, da esperto, qual è secondo te la strofa più bella di “Per Rinascere” e perchè?

Sono sincero, non c’è una strofa più bella dell’altra, perché siamo talmente tanti, talmente diversi che ogni verso è un punto di vista sull’accaduto, che impreziosisce e completa il brano. La forza della canzone non è nella forma, ma nella sinergia e nella comunione d’idee e d’intenti che si è creata. Se proprio mi devo sbilanciare, il ritornello è ciò che emoziona già dal primo ascolto.