Le fiamme uccidono, per sempre.

Aspromonte, 2021. Una serie di devastanti incendi divora ettari ed ettari di boschi all’interno del Parco Nazionale. Gli incendi sono distruttivi ma quello più dannoso è stato quello di Acatti, dove il bosco di pino laricio più antico e vasto d’Europa viene avvolto dalle fiamme. Il fuoco è così intenso che in alcune aree sparisce il 100 per cento della vegetazione.

Aspromonte, 2023. Sono passati tre anni da quel terribile disastro e PerlAspromonte, insieme all’Associazione Guide Ufficiali del Parco, al CAI e a LegAmbiente, è tornata sul luogo dell’incendio e quello che abbiamo visto è tutt’altro che bello.

Una consapevolezza che, ormai, tutti stanno maturando: è che la corretta gestione dei boschi è fondamentale per tutelare e preservare il patrimonio verde . Secondo Pefc Italia, la prevenzione degli incendi passa attraverso una gestione attiva dei boschi: è il modo più sicuro ed economico per proteggere i nostri polmoni verdi dall’azione distruttiva delle fiamme.

Cosa si intende per “gestione attiva”? Significa valorizzare i boschi, gestirli, senza abbandonarli creando una cultura del bosco. Curare un bosco significa prevenire gli incendi e, a nostro parere, la “medicina” è riassumibile in 5 punti:

  1. i boschi a rischio incendio non devono essere lasciati a loro stessi. Il taglio degli alberi non è un evento negativo: se fatto in modo corretto infatti contribuisce a mantenere un equilibrio fra le varie componenti alimentando la crescita degli alberi più giovani a scapito di quelli malati e secchi (e quindi più a rischio incendio);
  2. la creazione di punti d’acqua e la presenza di una viabilità forestale sono necessari per intervenire prontamente in caso di incendio;
  3. il sostegno, la formazione e il mantenimento di squadre specializzate nella lotta agli incendi boschivi e dei volontari antincendio boschivo;
  4. la pulizia del sottobosco aiuta a controllare il problema degli incendi: un bosco curato è meno soggetto al propagarsi delle fiamme;
  5. l’avvio di campagne di sensibilizzazione, non solo nei confronti della prevenzione degli incendi ma volte a far comprendere l’importanza del bosco, non soltanto per la produzione di ossigeno e l’assorbimento di anidride carbonica, ma anche il compito di tutelare l’assetto idrogeologico del territorio e, soprattutto, per essere lo scrigno del tesoro più grande che abbiamo: la nostra unica biodiversità.

Infine, ma non per importanza, come recita l’art. 423 bis, appiccare incendi è un reato penale che tutti noi abbiamo il compito e il dovere di denunciare.

Chiunque, al di fuori dei casi di uso legittimo delle tecniche di controfuoco e di fuoco prescritto, cagiona un incendio su boschi, selve, foreste o zone di interfaccia urbano-rurale ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, è punito con la reclusione da sei a dieci anni.

Difendi la tua terra, non girarti dall’altra parte.